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Tradizione familiare

La nostra famiglia è dal 1971 proprietaria dei terreni che oggi costituiscono la tenuta denominata Murogrosso.

 

In quell’anno la acquistò Massimo Calabresi ingegnere e imprenditore discendente di una antica famiglia della borghesia romana profondamente legata all'agricoltura, viticoltura, olivicoltura e allevamento bovino semibrado nella campagna romana.

Lo sviluppo di tali attività risale almeno al XVII secolo a Cerveteri, 40 km a nord di Roma in prossimità della costa, famosa per la necropoli etrusca della “Banditaccia”.

La famiglia acquisì sempre maggiore importanza a Cerveteri sia nel settore pubblico amministrativo durante la Prima Repubblica Romana (1798), sia in ambito sociale con l'attività assistenziale rivolta ai giovani lavoratori agricoli stagionali promossa dalla mistica Rosa Calabresi (1743-1805).

Nel 1865 Paolo Calabresi avviò sotto la supervisione dello Stato Pontificio una campagna di scavi archeologici nella Necropoli Etrusca durante la quale furono portate alla luce importanti tombe ipogee e rinvenuti manufatti di rilievo oggi conservati nei Musei Vaticani, tra cui la “Urna Calabresi".

1980 - Urna Calabresi Musei Vaticani.jpg
1849-12-00 - 4 bestie per la Repubblica Romana_.jpg

In continuità con la tradizione familiare nella tenuta Murogrosso oltre ad avviare un allevamento bovino semibrado nel 1972 si impiantano i primi 2 ettari di vigneto secondo il disciplinare dell’Orvieto DOC.

E’ poi Giovanni ingegnere di professione ma pienamente erede della tradizione familiare a dare pieno sviluppo all’attività vitivinicola negli anni Ottanta e Novanta.

Storia della cantina

La tenuta Murogrosso è situata tra le colline che delimitano l’estremo orientale della Valdichiana dove una struttura muraria di età romana chiamata “Muro Grosso”, presente nelle planimetrie di Leonardo da Vinci, permetteva il passaggio della via Cassia Traianea sul fiume Chiani.

1920 - ponte del Murogrosso sharp_.jpg

Dopo l’acquisto avvenuto nel 1971 i terreni collinari della tenuta erano destinati all’allevamento bovino semibrado, mentre quelli fertili e irrigui lungo il fiume venivano utilizzati per la produzione di mais insilato per la stalla integrando in tal modo l'allevamento bovino semibrado delle aziende familiari di Campagnano e Cerveteri.

Negli anni Ottanta Giovanni, ingegnere civile e professore universitario impegnato nel campo del recupero e della conservazione del costruito storico, si dedicò al restauro degli antichi casali usando i materiali e le tecniche costruttive originali.

Negli anni Ottanta e Novanta, i cambiamenti nell'economia agricola hanno spinto l'azienda ad abbandonare l'allevamento bovino per esplorare nuove opportunità produttive, con particolare attenzione alla valorizzazione delle aree collinari. In questo contesto, si è incrementata progressivamente la superficie dedicata alla viticoltura, considerando che si trova nell'area di produzione dell'Orvieto DOC e IGT.

1977-00-00 - associazione Consorzio Vino Orvieto_.jpg

Vigneti e cantina

Il vigneto realizzato nel 1971 nel versante sottostante al paese di Carnaiola con i cinque vitigni tradizionali dell’Orvieto DOC, (Trebbiano, Verdello, Malvasia, Grechetto e Drupeccio) è stato ampliato negli anni Novanta secondo il nuovo disciplinare aggiungendo lo Chardonnay.

Nella parte alta dello stesso versante, dove il terreno è caratterizzato da una stratificazione geologica complessa si sono poi impiantati vitigni di uve rosse: Sangiovese, Cabernet Frank, Cabernet Sauvignon e Merlot.


Contestualmente è stata realizzata una nuova cantina modernamente attrezzata al piano terreno di un antico casale restaurato secondo le più rigorose tecniche tradizionali.

Gli ampliamenti non hanno mutato la vocazione della cantina che è nata per passione, con il desiderio di una piccola produzione di vini di qualità.
In questa filosofia si inserisce la possibilità di visitare la cantina toccando con mano ogni step della produzione accompagnati personalmente da chi il lavoro lo svolge da più di 30 anni.


L’attenzione all’ambiente spinge a perseguire una forte riduzione dei trattamenti in vigna e ad azzerare i costi di raffrescamento della cantina grazie ad importanti investimenti in sistemi di pannelli solari.

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